La birra è la bevanda più diffusa e bevuta al mondo, lo sappiamo, ma i vegani, che per scelta filosofica non sopportano di uccidere o maltrattare animali, la possono bere con tranquillità?

Cosa significa essere vegano?

Cerchiamo di capire meglio chi sono i vegani.  Sono sempre più numerosi coloro che vivono senza utilizzare alcuna risorsa di origine animale.  E non solo per quanto concerne l’alimentazione, ma è off-limits anche tutto ciò che causa maltrattamenti o comporta la sottrazione di risorse agli animali, come ad esempio indumenti o accessori contenenti cuoio, lana o pelle. Anche il latte e il miele rappresentano un furto ai danni dei vitellini da latte e delle api.

I valori etici dello stile di vita vegano impongono quindi una precisa presa di coscienza da parte dei produttori di beni che fanno uso di tali materie prime.

Ma la birra può considerarsi un alimento rispettoso di una scelta vegana?  In linea del tutto teorica sì: acqua, cereali, luppolo ed eventualmente spezie sono da secoli gli ingredienti usati per la produzione della deliziosa bevanda. Sembra tutto ok.

Quindi la birra è vegana. O no?

Acqua e cereali sono al di sopra di ogni ragionevole dubbio. E il luppolo anche. Ma il lievito è un animale o un vegetale? Nessuno dei due, in effetti. La sua classificazione è nel regno dei funghi, che non sono né vegetali, né un animali. Una via di mezzo, insomma. La discriminante, in questo caso è rappresentata dalla sussistenza di un sistema nervoso che consenta di percepire sensazioni dolorose. E i lieviti ne sono sprovvisti.

Quindi tutte le birre sono vegan friendly? Nemmeno per sogno. Le birre addizionate di miele non lo sono (e nemmeno le oyster stout, mi viene da dire).  Ma non ci si può limitare a particolari stili di birra.  Molte birre contengono aggiunte o prevedono l’utilizzo di materie prime di origine animale: lo sono la colla di pesce, alcuni chiarificanti derivati da gelatine di origine animale o anche coloranti estratti dagli insetti come la cocciniglia.
Come non parlare poi del lattosio usato come zucchero non fermentescibile per le sweet stout?

Insomma, non è facile capire se la birra che hai nel bicchiere è vegana. Anche perché gli ingredienti in minime quantità, purché non siano allergenici, possono essere per legge omessi dall’elenco di ingredienti in etichetta. Quindi è indispensabile che il marchio “vegan friendly” sia presente in etichetta? Non tutti lo fanno, anche se la loro birra è adatta per il consumatore vegano.

La Rete aiuta i vegani

Più di un sito su internet tratta seriamente l’argomento, ma uno solo, al momento, sta alimentando un database con la classificazione delle bevande di tantissimi marchi da tutti i continenti. Praticamente ogni prodotto riportato è corredato da informazioni o dichiarazioni dirette ottenute dal produttore, spesso interpellato direttamente dagli utenti da una specifica funzione del sito (Ask a company).

Barnivore - Is your booze vegan?

Nel sito Barnivore potete trovare tutti i marchi investigati suddivisi anche per paese di produzione. Possiamo fare ricerche e filtrare i risultati in modo da vedere solo le birre (o i vini e liquori) “Vegan”.

Anche l’Italia ha le sue birre vegane certificate

Per quanto riguarda il nostro Paese sono schedate 97 etichette ad oggi, delle quali 5 classificate non vegane.  Tre di queste contengono miele, che come sappiamo è rubato alle nostre amiche api.  Mentre ci sono Birrificio del Ducato e Toccalmatto hanno il semaforo giallo in quanto non possono escludere per tutte le loro produzioni l’uso di Isinglass o agenti chiarificanti di origine animale.

Conclusioni

La birra, come un buon piatto di spaghetti pomodoro e basilico, è per sua natura un alimento al 100% naturale e vegan friendly.  Ad alcune condizioni però.  Se al piatto di spaghetti aggiungo una spolverata di formaggio, non lo è più.  Così come non è più per vegani una birra fatta addizionando miele o lattosio.

Sottovalutare un mercato fatto di persone con una coscienza etica ed una cultura ecologica molto forte ed in grande espansione, per i produttori è un errore che può comportare danni di immagine anche gravi.  Non così per gli homebrewer.  Noi possiamo farci la birra che vogliamo.

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BoB
Homebrewer dal 2013, apprezzo da sempre le buone birre, il buon cibo e in genere le cose gustose. Il mio approccio all'homebrewing è tra l'istintivo e lo scientifico. Come si conciliano le due cose? Non lo so.

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